Caratteristiche ornamentali, proprietà ed utilizzi

Acer campestre: Albero. Il legno è utile per incisioni al tornio; albero molto rustico, utilizzato anche come siepe, si adatta a molteplici utilizzi, a nostro modo di vedere il suo miglior utilizzo nei giardini di medie e piccole dimensioni è isolato con altri piccoli arbusti e piante erbacee intorno.

 

Ilex aquifolium: Albero. Il legno dell’Agrifoglio è pregiato, richiesto per lavori al tornio e intarsio. Al fine di far conservare il suo caratteristico colore biancastro è consigliato il taglio invernale. Le bacche d’agrifoglio sono velenose. Con l’ infuso delle giovani foglie si ottiene un rimedio naturale contro febbri e reumatismi. Ovviamente, come è noto, fogliame e frutti sono assai utilizzati come decorazione natalizia. Si tratta di un albero, non di un arbusto, anche se il suo portamento arbustivo spesso lo porta ad essere considerato come un arbusto. Nei giardini può essere posizionato in luoghi ombreggiati ma luminosi. Vegeta molto bene in terreni sabbiosi e con reazione subacida. Assolutamente da non confondersi con il cosidetto Pungitopo, altra pianta, altra storia.

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Celtis australis: Albero Bagolaro o Spaccassassi. Si tratta di una delle piante a nostro avviso più interessanti e decorative del nostro patrimonio arboreo. Originario del bacino del Mediterraneo. Vegeta molto bene nei nostri climi, sopporta terreni calcarei, anche con una grande quantità di scheletro, resistente alla siccità. Sicuramente da utilizzare in giardini di grandi dimensioni, a distanza opportuna da abitazioni e manufatti, ma altresì in grado di diventare punto di riferimento ornamentale per tutto il giardino. Il legno è duro e dritto, utilizzato per bastoni da passeggio, manici di attrezzi. I frutti del bagolaro sono commestibili, anche se, a dir la verità, non troppo appettitosi. Dai semi si può invece ricavare un olio dolce. La corteccia produce un colorante naturale giallo.

Betula pendula: Albero. Non è una pianta tipicamente mediterranea, anche se il suo areale di provenienza è estremamente vario, spaziando dalle alture dell’Etna fino alle Alpi e oltre fino alle regioni europee settentrionali. Sicuramente presente nella fascia appenninica. Tipica pianta pioniera, che colonizza incolti per lasciare spazio ad altre piante più “evolute” nelle varie fasi delle successioni vegetazionali. Se avete un giardino in località montuosa/collinare (dai 400 metri in su) potete tranquillarmente utilizzarla anche come pianta stabilizzatrice (le sue radici fissano bene il terreno). É un albero a crescita molto rapida. Gli utilizzi del legno sono molteplici, ottimo combustibile. Linfa usata come dolcificante e come lozione per i capelli, dalla corteccia si ricava un olio utile come repellente per gli insetti.

Crataegus ssp: Arbusto. I Biancospini, che riuniamo qui in diverse specie appartenenti al medesimo genere, sono tra le nostre piante preferite. Piante bellissime, resistenti, di non troppo impegno e forse davvero uniche per utilizzi e qualità ornamentali. Potete utilizzarle come alberelli, arbusti, piante da frutto, siepi. L’Azzeruolo (Crataegus azarolus) produce un frutto commestibile molto gustoso e assai interessante, utilissimo per confenzionare confetture e marmellate. Il biancospino comune (Crataegus monogyna) è adatto, come dicevamo più sopra, a molteplici utilizzi ornamentali. Il legno dei biancospini è duro, a grana molto fine. si leviga bene. Svariati utilizzi. Buon combustibile, alto potere calorifico. I fiori dei biancospini sono utilizzati per preparare infusi ipotensivi.

Buxus sempervirens: Arbusto. Arbusto tipicamente mediterraneo, resistente alla siccità, vive nei terreni caldi e soleggiati. Purtroppo è da segnalare negli ultimi anni la comparsa di un lepidottero defogliatore, la Piralide del bosso, le cui larve possono gravemente danneggiare le piante. Se avete piante di bosso nel vostro giardino controllatele con attenzione e al primo segnale di infestazione contattate un bravo giardiniere per un trattamento curativo. Detto questo, il Bosso è una pianta sempreverde a lentissimo accrescimento, utile per siepi e piccoli angoli decorativi; il suo legname è duro, pregiato, con vari utilizzi per la fabbricazione di strumenti di precisione. In erboristeria a foglie e semi sono utilizzatissimi, come rimedi omeopatici anche contro i reumatismi.

Carpinus orientalis: Albero. Il Carpino orientale si differenzia dal Carpinus betulus (originario quest’ultimo dell’Europa centrale) soprattutto per le dimensioni delle foglie, più piccole, così come i gruppi di frutti. Rispetto al Carpinus betulus si adatta meglio al nostro areale climatico, è più piccola con portamento arbustivo. Il legno è molto duro e resistente, ma non si lavora al meglio. Buon combustibile. Non sono noti altri utilizzi.

Ceratonia siliqua: Albero. Il Carrubo è un’altra tipica pianta del sud europeo. Sempreverde, coltivato da secoli nell’Europa mediterranea. Si consocia ottimamente con Lentisco, Terebinto, Mirto, Corbezzolo e Olivo. Se avete degli ulivi e volete consociarli con qualche pianta non avete scelta migliore da fare: effetto ornamentale straordinario. Tollera la siccità, anche se teme le gelate. Il legno è di discreta qualità, di un tipico color rosso-vinaccia. Semi ampiamente utilizzati come alimento per ovini, equini e suini. Crescendo bene anche im ambienti rocciosi ne consigliamo vivamente l’utilizzo in contesti di aridocultura, è una pianta non troppo grande che può dare grande risalto ornamentale al vostro giardino.

Cupressus sempervirens: Albero. Il Cipresso è una pianta famosa soprattutto per le sue varietà fastigiate e colonnari, utilizzate come è noto nei cimiteri. Per questo motivo ci piace segnalarvi la specie madre, ovvero il Cipresso comune. Pianta di prima grandezza, dal notevole effetto ornamentale. In fase matura si allarga diventando davvero molto bella, anche come individuo isolato. Piuttosto che i poveri Pecci, a Roma, se avete spazio a sufficienza piantate un Cupressus sempervirens, non ve pentirete. Il legno ha ottime caratteristiche: duro, aromatico, durevole.

Arbutus unedo: Arbusto. Il Corbezzolo. Pianta dimenticata e chissà perchè neppure troppo utilizzata nei giardini del centro Italia. Eppure pochi arbusti possono rivaleggiare con lui quanto a bellezza ornamentale e adattabilità. Sempreverde, produce dei frutti commestibili sui quali ci si divide spesso quanto a gradevolezza. A chi scrive piacciono, anche più di uno assieme. Tollera terreno calcareo, sopporta bene venti marini, siccità e parziale ombreggiamento. A bassa manutenzione, cresce lento ma cresce. Se volete introdurlo nei vostri giardini dategli uno spazio adeguato, almeno quattro metri di diametro chioma, altrettati, se non di più in altezza. Il legno è bruno-rossiccio, usato per incisioni decorative. Buon combustibile.

Ziziphus jujuba: Albero il giuggiolo. Da qui il modo di dire “crogiuolarsi in un brodo di giuggiole”, che era un liquore dolcissimo, fatto con giuggiole cotte con acqua, mele, zucchero e vino. Le giuggiole sono dei frutti tondi con un seme all’interno, dal sapore di dattero. La pianta è originaria della Siria, ma sin dai tempi degli antichi Romani coltivata nelle nostre zone, tanto che ora è considerata naturalizzata, cioè si è adattata cosi bene che può considerarsi tipica del nostro areale. E’ un cespuglio o piccolo albero, dalla crescita molto lenta, deciduo, con rami spinosi e le foglie tipicamente disposte su 2 file complanari. Non ha particolare esigenze in fatto di terreno, è spesso una buona soluzione per piccoli giardini, e può donarvi il piacere di raccogliere da voi dei frutti antichi che sanno di campagna.

Sorbus domestica

Sorbus domestica: Albero. Conosciuto anche come sorbo domestico, è un altro albero da frutta ormai dimenticato. Se il giuggiolo ci vizia e ci coccola con i suoi dolci frutti di fine estate, il sorbo è l albero che ci insegna la pazienza. Infatti i suoi frutti, le sorbe, lasceranno scontento l’assaggiatore frettoloso, perchè appena raccolte sono aspre e astringenti, per l’elevato contenuto di tannini. Una volta raccolte dall’albero, occorre lasciarle maturare affinchè i tannini si trasformino in zuccheri, per apprezzarne il dolce sapore. Adatto a tutti i tipi di terreno, predilige quelli calcarei, è anche pianta tintoria ed i frutti sono molto apprezzati dalla fauna selvatica e dagli uccelli. Cresce molto lentamente, arrivando con il tempo anche fino a 25 metri, ed è molto longevo, può vivere fino a 600 anni. Molto ornamentale per la gran quantità di frutti che maturano in autunno.

Olea Europaea: Albero. L’olivo è la pianta simbolo dell’agricoltura mediterranea per eccellenza, i primi frantoi risalgono al 5000 a.c. nella zona della Palestina e della Siria. Frugale, longevo, dal legno ottimo sia da essere lavorato che come legna da ardere, molto ornamentale sia per il verde-grigiastro delle foglie che per le spettacolari forme che assume il tronco con l’età. E poi, ovviamente, generoso di olive, utili sia da consumare che per estrarre l’olio. Nei giardini mediterranei può avere una grande valenza estetica, ecologica e culturale, e soprattutto se scegliete varietà da mensa (Santa Caterina, Ascolana tenera, Bella di Cerignola, etc) potrete raccogliere le olive per prepararle in salamoia, sotto sale o essiccarle al forno. Dobbiamo ricordare che, sebbene l’olivo sopporti bene le potature, queste sono necessarie solo al fine di facilitare la raccolta; laddove non esista una funzione produttiva, l’olivo, come tutte le altre piante, non ha bisogno della potatura per vegetare in salute, e vi ringrazierà con una chioma folta e globosa.

Chamaerops humilis: Arbusto. Palma nana. E’ l’unica palma spontanea in Europa, tipica delle coste aride e rocciose e della macchia mediterranea. Ha subito una rapida diminuzione dei popolamenti spontanei probabilmente a causa di una raccolta spinta dei giovani germogli apicali, che una volta lessati sono commestibili. Come dice il nome, resta bassa e forma più fusti, assumendo un portamento prostrato ed arbustivo. Sopporta bene gli incendi ed è spesso utilizzata per contrastare erosione del suolo e desertificazione, problemi che affliggono sempre più aree naturali in Italia. E’ anche molto bella ed ornamentale, incantò persino Ghoete, al quale è intitolata infatti la palma nana dell’Orto botanico di Padova, piantata nel 1585. Bisogna però precisare che il famoso punteruolo rosso, che attacca preferibilmente Phoenix Canariensis, in mancanza di questa pare non disdegnare altre specie, tra cui anche la nostra piccola palma nana.

Quercus sp.: Albero. Forse non tutti sanno che laddove ora vediamo lunghe pinete costiere un tempo le querce mediterranee la facevano da padrone. Lecci, sughere, roverelle sono le più resistenti al clima caldo e alle estati aride tipiche delle nostre zone. Oltre ad offrire buona legna da ardere e ghiande gradite dalla fauna selvatica, la quercia è l’albero per definizione. Suggestive come punti focali del giardino, in grandi parchi possono essere anche usate per creare boschetti; il leccio, sopportando bene le potature, viene utilizzato anche per creare fitte siepi sempreverdi. Quest’ultimo, quercus ilex, si contraddistingue infatti perchè mantiene le foglie tutto l’anno, con una fitta chioma cupa e globosa; può raggiungere i 25 metri. La sughera, quercus suber, è la meno resistente al freddo e la più resistente all’aridità, raggiunge i 20 m e ha una chioma più rada ed irregolare di quella del leccio, oltre ad essere semipersistente (nei climi più freddi perde le foglie). E’ nota per la corteccia particolare, il sughero, che le dona un fascino tutto suo. La roverella, quercus pubescent, è invece decidua, ma mantiene le foglie secche attaccate ai rami in inverno. Mediamente più bassa delle altre due, ma si espande in larghezza, con fusti ramificati e sinuosi.

Phillyrea sp.: Arbusto. Tipici arbusti della macchia mediterranea, la phillyrea angustifolia e la phyllirea latifolia, comunemente chiamati ilatro, sono molto resistenti al caldo e all’aridità, sempreverdi, utili come riempitivi in gruppi o per formare siepi formali, libere o miste. Prediligono il sole, ma tollerano anche la mezz’ombra. La chioma è fitta, i fiori sono piccoli ma molto profumati, e si trasformano in estate in bacche che a maturità, a ottobre-novembre, diventano blu-nerastre; il legno è duro, ed è un buon combustibile. Molto ornamentali sia per il fogliame che per le bacche autunnali. Raggiungono i 3-5 m, anche se la latifolia può eccezionalmente arrivare anche oltre i 10. Come suggerito dal nome, la differenza principale sta nella forma della foglia, più stretta quella della angustifolia, più larga quella della latifolia. Molto utilizzate nei rimboschimenti in ambiente mediterraneo per la loro resistenza all’aridità, e per la capacità di riprendersi in seguito ad un incendio.

Myrtus communis: Arbusto. Tipico arbusto di macchia e gariga, resistente alla siccità, predilige terreni sabbiosi, poveri e drenati, tollera vento e salsedine. Sempreverde dalle piccole foglie coriacee, fiorellini bianchi molto profumati, come anche le foglie se sfregate. Utilizzabile sia come arbusti isolato che per formare siepi compatte e frangivento, la varietà microphylla, dalle foglioline più piccole, si presta bene come sostituto del bosso nell’ars topiaria. Le bacche, mature da ottobre-novembre a gennaio, sono utili per preparare il famoso liquore, o si possono utilizzare per aromatizzare il sale o l’aceto.

Cornus mas: Arbusto. Il corniolo è un arbusto rustico e resistente, che può raggiungere anche i 6-8 metri, caducifoglie molto ornamentale per la gran quantità di fiorellini gialli che compaiono sui rami da febbraio, prima della comparsa delle foglie. Poi, in primavera ed in estate dona luce al giardino grazie al verde brillante delle sue foglie, e a fine estate si tingono di rosso per la maturazione dei frutti, le corniole, commestibili freschi o utilizzabili per preparare marmellate e sciroppi. Il legno è molto duro, veniva usato per lavori di tornio e per fabbricare pipe, i ramoscelli più elastici per fabbricare cesti. Si adatta a tutti i tipi di terreni, meglio se non completamente aridi, ed è utilizzabile in gruppi o per formare siepi miste e libere.

Categorie: Piante

3 commenti

Giuseppe Colonnello · 22 Agosto 2020 alle 18:38

Bella pagina!!!!, Peccato così corta

Maxim Pavone · 22 Gennaio 2024 alle 9:54

complimenti

dady · 30 Gennaio 2024 alle 17:47

sono un alunno che ha trovato utilissimo il sito per la sua ricerca 🙂

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